di Simone Aversano
E’ stato presentato ieri pomeriggio, presso il Salone Mongillo del Palazzo Ducale di Sant’Agata dei Goti, il libro “Solo per giustizia” del magistrato Raffaele Cantone, ex pm anticamorra del processo Spartacus ed ora al Massimario della Corte di Cassazione. L’incontro è stato introdotto e moderato dal giornalista Giancristiano Desiderio del Corriere del Mezzogiorno, ed ha visto l’intervento e la partecipazione dell’autore del libro, dell’ex parroco anticamorra di Forcella don Luigi Merola, oggi padre spirituale dell’associazione “A’ voce d’e creature”, e dell’assessore agli Affari Legali del Comune di Sant’Agata Oreste Viola. La presentazione di “Solo per giustizia” è stato il primo appuntamento della rassegna culturale “Settembre d’Autore 2009”, organizzata dalla Pro Loco e dal Comune di Sant’Agata con il patrocinio della Provincia di Benevento, della Regione Campania, dell’EPT Benevento e della Camera di Commercio. Rassegna che si inserisce nell’ambito della manifestazione “Sant’Agata Città Aperta 2009”.
Dinanzi ad una folta platea, composta in gran parte di ragazzi delle scuole di Sant’Agata, l’incontro ha preso la forma di una chiacchierata dai toni pacati che ha saputo però entrare nel vivo dell’argomento della serata: la criminalità organizzata e l’azione frontale dello Stato.
Dopo una ricca ed interessante introduzione da parte dell’assessore Viola, che ha affrontato trasversalmente i racconti sulla camorra presenti anche in altri libri, Giancristiano Desiderio ha presentato l’autore definendolo in qualche modo un continuatore dell’opera di Giovanni Falcone, magistrato antimafia ucciso da Cosa Nostra nel 1992 e citato da Cantone nel suo libro come il vero iniziatore della strategia antimafia in Italia. “Come diceva Falcone, certamente anche io sono convinto che la mafia e la camorra avranno una fine, ma credo che nè io nè i miei figli la vedremo – ha detto Raffaele Cantone non senza una vena di nostalgia. “La vera lotta alla mafia è cominciata soltanto ad inizio anni ’90. Oggi siamo al punto che eliminando, per assurda ipotesi, la camorra dalla Campania si avrebbe una drastica diminuzione del PIL piuttosto che benessere”. Il discorso sulla camorra da parte del magistrato è proseguito toccando anche punti di grande attualità, come il problema degli atrumenti più idonei a combattere la camorra nella società di oggi. Su questo Cantone non ha avuto dubbi: “è sbagliato fare la guerra alla camorra solo con arresti e operazioni sul campo. La camorra non è solo un problema di ordine pubblico, ma una grande potenza economica che va combattuta con strumenti che lo Stato ha a disposizione, come lo scioglimento delle amministrazioni comunali per infiltrazioni malavitose”.
Entusiasmante e coinvolgente è stato poi l’intervento di don Luigi Merola, fino a qualche tempo fa parroco a Forcella ed impegnato in concrete iniziative per combattere la camorra partendo dall’educazione dei fanciulli. “Bisogna investire molto sulla formazione e sull’educazione – ha infatti affermato con grande convinzione. “Purtroppo però oggi siamo di fronte alla crisi della famiglia, per cui gli insegnanti devono prima educare i ragazzi e soltanto in seguito possono istruirli”. Grande attenzione è stata dedicata da don Luigi, oggi guida spirituale dell’associazione di volontariato “A’ voce d’e creature”, alle pagine del libro di Cantone, in particolar modo a quei passaggi che raccontano anche esperienze, non sempre positive, che il giudice ha avuto con preti e uomini di Chiesa. Tra applausi scroscianti e carichi di entusiasmo soprattutto da parte dei giovani presenti, il parroco anticamorra ha concluso con un messaggio: “ragazzi, siete voi i futuri magistrati. Siete voi i futuri sindaci. Ma se non studiate è inutile, statevene a casa!”.
Un’ora e mezza per andare a fondo dentro un fenomeno criminale mai abbastanza conosciuto da parte di tutti noi. Un incontro bello e formativo quello di ieri a Sant’Agata, soprattutto per la possibilità offerta al pubblico presente di “toccare con mano” due dei maggiori personaggi del presente della lotta alla camorra. Un’ora e mezza che è sembrata forse troppo breve, visti gli innumerevoli spunti su cui ancora ed ancora si sarebbe potuto discorrere. E certamente non bisogna fermarsi qui, lasciando certe tematiche chiuse tra l’inizio e la fine di un appuntamento culturale: è dovere di ognuno di noi far proseguire questi dibattiti anche nel nostro privato e non relegare mai in secondo piano la conoscenza ed il confronto con gli aspetti fondamentali del fenomeno camorristico e mafioso. Perchè, come ha affermato ancora ieri il giudice Cantone, “la criminalità oggi è in mezzo a noi, molto più indistinguibile che in passato dalla società civile”.