di Pietro Di Lorenzo *
Hanno sfilato a Torino alla fine di giugno, erano i piccoli e medi imprenditori, così essenziali ma così tremendamente minacciati da una crisi ogni giorno più pesante che travolge i colossi ma soffoca per primi i meno forti. In circa 800, hanno manifestato tutta la loro preoccupazione (e rabbia) sfilando in città, per essere poi ricevuti dalla presidente della Regione, Mercedes Bresso. Dietro lo striscione di “Impresecheresistono”, il gruppo spontaneo di piccoli e medi imprenditori del Piemonte e del Nord Ovest, chiede “una riduzione dell’Irap, l’accesso al credito, il rinvio di dodici mesi delle scadenze bancarie senza oneri e interessi, e un posticipo di un anno anche di quelle previdenziali”.
Il popolo delle piccole imprese si è subito mobilitato per la manifestazione nazionale di Roma del 14 luglio.
Anche dalla Campania sono giunte le prime adesioni delle “impresecheresistono” e invocano “l’abolizione dell’anticipo delle imposte, sperano in ammortizzatori sociali, e soprattutto nella certezza dei pagamenti, ispirandosi al modello francese che concede non più di 45 giorni di tempo per saldare i debiti dall’ultimo giorno del mese in cui è stata emessa fattura”.
Migliaia di piccole e medie imprese “stanno subendo sulla propria pelle gli effetti di una crisi che è un vero e proprio terremoto economico”. “Il calo degli ordinativi e delle prospettive produttive – si legge nei vari blog nati a seguito dell’evento – sta producendo effetti devastanti”.
Non è un semplice momento di difficoltà, è molto peggio. “Nonostante gli sforzi messi in campo dalle singole aziende, la prospettiva, per molti, è la cassa integrazione e la mancata conferma dei nuovi contratti”.
C’è chi è ferito ma resiste. E c’è chi rischia di soccombere entro fine anno. Sono questi i più disperati, ma la rivolta è comune. Per le piccole imprese l’Irap è un ladrocinio, gli ammortizzatori non ci sono.
Le piccole imprese non chiedono carità, ma considerazione. Non favori, ma neanche torti. “Senza aiuti non sarà possibile resistere nei prossimi mesi”.
* imprenditore (che resiste)
Per adesioni ci sono vari blog, tra cui www.impresecheresistono.blogspot.com oppure si può inviare mail al seguente indirizzo: impresecheresistonocampania@gmail.com