(Sannio Week.it) – Reduce dal successo della rassegna letteraria “Nonsololibri”, organizzata dalla sua associazione Sanniopress onlus con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura della Provincia di Benevento, Billy Nuzzolillo per i giornalisti della mia generazione è un po’ un monumento, un padre acquisito. Non tanto perché ci ha iniziati a questo mestiere (io ho avuto l’onore di collaborare con lui solo in un’occasione, e cioè nel 2006, negli ultimi mesi dell’agenzia di stampa Sanniopress e spero vivamente di ritornare a lavorare con lui in futuro), ma perché tra i giornalisti (non me ne voglia nessuno) è la figura più di spicco, autorevole e prestigiosa del nostro Sannio. Con un signor curriculum alle spalle. E’ stato redattore de “Il Roma” e de “La Voce” di Indro Montanelli, collaboratore de “Il Mattino”, del “Sannio Quotidiano”, del “Corriere del Mezzogiorno” (allegato del Corriere della Sera in Campania e Puglia), de “Il Sole 24 Ore” e del “Corriere della Sera – Magazine”.
Inoltre dieci anni fa è stato il pioniere dell’innovazione comunicativa nel Sannio. Nel 1999 Billy Nuzzolillo fondò, infatti, Sanniopress, la prima agenzia giornalistica della provincia di Benevento. L’iniziativa fu particolarmente apprezzata dai navigatori e recensita positivamente da molti giornali nazionali e regionali (La Stampa, La Repubblica, Il Sole 24 Ore, Panorama, Magazine del Corriere della Sera, Prima Comunicazione, Corriere del Mezzogiorno, Il Mattino, etc.). Numerosi furono anche i servizi giornalistici (compresa un’intera trasmissione di Radio Radicale) dedicati ai primi sondaggi online realizzati dall’agenzia. Dal 1999 è Capo Ufficio Stampa del Comune di Benevento. Molteplici, dunque, i meriti professionali di Billy Nuzzolillo. E “Nonsololibri” è stato l’ultimo di una lunga serie. I libri presentati durante la kermesse culturale sono stati cinque: “Aristotele spiegato con Totti” di Giancristiano Desiderio, “Il vento nel sacco” di Nazzareno Orlando, “L’oro della camorra” di Rosaria Capacchione, “L’anarchico conservatore” di Gennaro Sangiuliano e “Il cecchino e la bambina” di Franco Di Mare.
Anzitutto ti rinnovo i complimenti per l’iniziativa “Nonsololibri”. Bilancio finale?
“Grazie. Il bilancio finale di Nonsololibri è molto positivo in termini di presenze e di visibilità sui media. L’unico aspetto che ha funzionato meno è stato l’interazione attraverso facebook con i lettori di Sanniopress”.
Molti giornali nazionali hanno riportato la notizia dei cinque appuntamenti di Nonsololibri. A parte “L’oro della camorra” di Rosaria Capacchione, che è stato quello che ha trovato più spazio tra i media soprattutto per la vicenda della giornalista casertana minacciata dalla camorra, qual è stata la presentazione che ti ha colpito di più?
“Tutte e cinque le presentazioni sono state particolari. Per esempio quella di giovedì con il libro di Franco Di Mare è stata straordinaria. Le vicende narrate nel libro dosate con le parole giuste sono riuscite a trasmettermi delle emozioni straordinarie. Quella del libro di Nazzareno Orlando “Il vento nel sacco” è stata caratteristica perché non era una vera presentazione, ma uno spettacolo con proiezioni video, letture, brani musicali. E’ stato creato, attorno alla presentazione di un libro, un momento dinamico”.
Hai già altre idee in cantiere?
“Nell’immediato ci sono due progetti legati a Nonsololibri. Il primo riguarda la realizzazione di un video. L’intera manifestazione è stata ripresa da un giovanissimo regista di Benevento che si chiama Valerio Vestoso. Il secondo è l’ipotesi discussa con l’assessore provinciale alla Cultura Falato di ripetere Nonsololibri nel periodo estivoin vari paesi della provincia”.
Crisi economica: che misure dovrebbe adoperare il Sannio per difendersi?
“Il Sannio ha sprecato tante occasioni per innescare un meccanismo virtuoso. Non avendo e non potendo creare fabbriche e imponenti zone industriali, bisognava (e bisogna tutt’oggi) valorizzare ed utilizzare quello che abbiamo: il territorio, la cultura, l’enogastronomia. Attorno a questi elementi dovevamo rilanciare il turismo, il lavoro, l’economia. Un esempio virtuoso dal quale bisognava prendere esempio è la Sagra dei Funghi di Cusano dove sono riusciti a creare un indotto economico quasi a costo zero. Invece finora i fondi pubblici sono stati utilizzati male e il sistema clientelare continua a dominare nell’intera provincia (a destra come a sinistra) impedendo di fatto lo sviluppo del nostro territorio, che sembra come paralizzato. Ultimo esempio di soldi spesi male sono quelli arrivati con il Por Agricoltura, utilizzati per acquistare i trattori con l’aria condizionata e far ingrassare gli studi professionali. Non mi sembra che queste due mosse abbiano prodotto miglioramenti nell’agricoltura sannita in modo così evidente. Al contrario c’è poca produzione e poca qualità”.
Cosa dovrebbero fare Provincia e comuni che non hanno ancora fatto per salvare posti di lavoro a rischio (gli ultimi casi più emblematici sono quello della crisi tessile ad Airola e della questione Marsec a Benevento)?
“Gli enti pubblici dovrebbero semplicemente aiutare a creare le condizioni per la risoluzione di questi problemi. Poi spetta ai privati chiudere il cerchio. Il problema vero è che non credo che gli enti locali (in particolare i comuni) abbiano fondi sufficienti per fare qualcosa. Siamo in grosso ritardo anche da questo punto di vista. Rischiamo di perdere anche l’ultimo treno dei finanziamenti europei per il Mezzogiorno”.
Prima ancora della mancanza di infrastrutture o di strade decenti o di posti lavoro andrebbe cambiato qualcos’altro.
“Bisogna cambiare mentalità, fare un salto di qualità. Nel nostro territorio si è ancora legati ad un concetto clientelare della politica. L’elettorato che vota il politico è la punta dell’iceberg di una dipendenza della gente verso la politica perché la stessa, vivendo in uno stato di bisogno, chiede aiuto al politico. Più la gente ha bisogno, più la politica alimenta questa situazione e ha interesse a non cambiare questo stato di cose”.
Come domanda finale, ti tocca inevitabilmente una sull’informazione: qual è lo stato di salute dell’informazione nel Sannio?
“Non buona. Anche l’informazione rientra in questo stato generale di cose. Una provincia povera ha un sistema informativo “povero”. La dipendenza dalla politica che emerge dall’aspetto clientelare condiziona anche il mondo dell’informazione. Controllata, succube, a volte sembra quasi esserci un aspetto di sudditanza dell’informazione verso la politica. Restano nel Sannio tantissimi giornalisti validi, ma pochi spazi per un giornalismo di qualità. E poi lo stato dell’informazione non è allarmante solo nel nostro Sannio, ma nell’intera nazione”.
E già. Basti pensare che informazioni fondamentali ma per lo più sconosciute ce le fornisce un comico come Grillo o che sono pochissimi i giornalisti come Travaglio.
“O come Carlo Vulpio del Corriere della Sera. La sua vicenda è la dimostrazione che se ti avvicini a certe verità scomode o ti licenziano o ti allontanano o trovano un pretesto per bloccarti. Quella dell’informazione è una vera emergenza in Italia”.