Ho incontrato due volte Domenico Di Meglio, lo storico fondatore e direttore de Il Golfo deceduto ieri. La prima volta lo contattai a metà degli anni ’90 assieme al collega Carlo Luciano. Volevamo ripetere nel Sannio l’esperimento del primo quotidiano a tiratura locale, interamente prodotto da giornalisti pubblicisti, e decidemmo, dopo averlo sentito al telefono, di recarci ad Ischia. Venne al porto ad accoglierci e ci fece visitare la redazione e la sottostante tipografia. Ci raccontò la storia del giornale e ci spiegò come funzionava, cosa occorreva per ripetere l’esperimento altrove. Ci mise a disposizione il suo “know how” e, soprattutto, la sua straordinaria umanità.
Lo incontrai nuovamente alcuni anni dopo a Bruxelles. Facevamo parte della stessa delegazione di giornalisti in visita al parlamento europeo. C’era la protesta degli allevatori italiani contro le quote latte. E mi colpì il modo in cui, lui meridionale fino al midollo, riuscì a colloquiare amabilmente con alcuni allevatori leghisti, mostratisi inizialmente molto ostili nei suoi confronti a causa del suo marcato accento partenopeo.
Come ha scritto Paolo Chiariello, Di Meglio “era burbero, non era quel che si dice un carattere mansueto ma era un uomo libero, onesto, scomodo, appassionato, pieno di dignità, ricco di autoironia e senso dell’ironia, capace di una generosità che non basterebbero mille esempi a raccontarla”.
Come giornalista era perennemente alla ricerca della verità, fino all’esasperazione, fino all’ultimo respiro. Come ha ricordato Giorgio Gradogna, la verità era “l’essenza della sua vita, vissuta rispedendo al mittente qualsiasi condizionamento di sorta. E senza subire mai alcuna sudditanza personale, istituzionale o psicologica. Come solo un vero e grande giornalista può e sa fare”.
Di sé amava dire: “Mi sono formato sui giornali locali, dal ciclostile alla stampa offset (che ho importato ad Ischia), dai settimanali al quotidiano, sempre senza padroni o padrini…ma avendo soltanto come riferimento gli interessi sociali, economici e umani dei concittadini, specie quelli meno fortunati, e il Paese”.
Ed è così che voglio ricordarti: giornalista libero. Ciao Domenico!
Billy Nuzzolillo