(Il Sannio Quotidiano) – Intensa partecipazione per la presenza a Benevento della giornalista Rosaria Capacchione che ha presentato il suo libro “L’oro della camorra’ edito da Rizzoli.
L’incontro che si è svolto alla biblioteca Provinciale nell’ambito dell’iniziativa Nonsololibri coordinata da Billy Nuzzolillo, ha visto la partecipazione di Gabriele Corona dell’associazione ‘Altra Benevento’ e di Pasquale De Lorenzo, vicequestore di Castelvolturno, oltre che dell’autrice.
‘L’oro della camorra’ così come spiegato ampiamente dai relatori e dalla stessa Rosaria Capacchione è uno spaccato inquietante dell’infiltrazione camorristica nei gangli vitali della nostra società.
L’organizzazione criminale non soltanto si giova di un certo sottosviluppo economico ma lo determina e lo consolida, spesso per una ‘latitanza’ o debolezza di intervento dello Stato. Un’assenza che determina sfiducia nei cittadini inducendoli alla rassegnazione e in molti casi all’omertà. Rosaria Capacchione ha voluto evidenziare soprattutto la capacità del potere pervasivo e violento delle organizzazioni criminali di sapersi riciclare, mimetizzandosi spesso in attività che solo all’apparenza sembrano lecite. “Ciò che manca – ha spiegato l’autrice – sono le indagini e la possibilità da parte delle istituzione di avviarle concretamente”.
La giornalista che ormai vive sotto scorta da molto tempo, ha anche denunciato l’incapacità dello Stato, sempre più debole e poco attrezzato verso il contrasto reale al malaffare.
“La polizia – ha dichiarato la Capacchione – ha un parco macchine poco efficiente, ha pochi uomini distribuiti male sul territorio, mentre la camorra è molto organizzata, è efficiente e capace perfino di rendere ‘sicura’ una zona da loro protetta”.
Doglianze che sono state evidenziate anche dal vicequestore Pasquale De Lorenzo che ha voluto sottolineare come un territorio dilaniato dal malaffare e dalla speculazione in ogni settore sia invece appetibile dalla camorra, in virtù del fatto che sono in itinere la realizzazione di un porto turistico e di un attracco per 4.500 posti barca. Una sorta di terra di nessuno dove ai residenti sono inglobati i clandestini, vittime a loro volta delle organizzazioni criminali. Una comunità allargata dove le uniche regole vigenti sono quelle dell’illegalità. Ma la denuncia della Capacchione non si ferma alla documentazione ricca e complessa dell’oro dei Casalesi, capaci di essere presenti ovunque in Italia, ma all’esigenza di avviare un ‘circolo virtuoso’ delle istituzioni a qualsiasi livello. Se mancano le regole e il rispetto di esse manca la spina dorsale di una società in grado di affrancarsi dal potere della criminalità.
“Bisogna vigilare – ha spiegato Rosaria Capacchione – (che nel libro non parla di Benevento solo perché latitano le indagini, ma parla della Valle Telesina), anche su quelle attività che solo all’apparenza possono dirsi pulite”.
La penetrazione della piovra camorristica è così radicata e forte, (nonostante la grettezza e la violenza dei criminali che la compongono), nelle sezioni vitali non solo dell’economia della Campania ma dell’intera nazione, perché può contare anche sull’interessata complicità di tanti colletti bianchi.