(Ansa) Strasburgo 22 luglio 2008 – La Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato oggi l’Italia per quindici volte per non aver rispettato i tempi di un giusto processo. Tredici dei casi sono procedimenti su cui si è pronunciato il tribunale di Benevento, i restanti due erano casi discussi davanti al tribunale di Cassino. I giudizi davanti ai tribunali italiani sono durati da un minimo di cinque anni e mezzo a un massimo di ventuno anni per un solo grado di giudizio.
Tutti i ricorrenti prima di rivolgersi alla Corte di Strasburgo avevano tentato il rimedio interno attraverso la legge Pinto, entrata in vigore nel 2001, per assicurare un giusto risarcimento a chi ha subito un torto dalla giustizia italiana a causa delle lungaggini processuali.
Nelle sentenze odierne dei giudici della Corte di Strasburgo l’Italia viene tuttavia condannata anche perchè non rispetta i tempi di risarcimento, sei mesi, prescritti dalla Legge Pinto.
Nessuno dei richiedenti ha ottenuto il risarcimento prima di 13 mesi, ma in genere il tempo medio di attesa è di 29 mesi.
L’Italia è stata richiamata più volte dal Consiglio d’Europa a porre un rimedio alle lungaggini processuali. Tra il 1999 e il 2007 la Corte ha condannato l’Italia 948 volte per non aver rispettato i tempi di un giusto processo.