di di Giancristiano Desiderio
A volte il diavolo ci mette la coda. “E’ finito il tempo della coalizione che andava da Mastella a Caruso”, ha detto Walter Veltroni ad Alessandria, “quella coalizione era come la Corazzata Potemkin”. Ricordate? Il ragionier Ugo non ce la fa più, vorrebbe vedere la partita della nazionale e invece è costretto a sorbirsi la Corazzata Potemkin con dibattito a seguire. Non ce la fa più e si libera così: “Per me la Corazzata Potemkin è una cagata pazzesca!”. Silenzio. Imbarazzo. Poi la liberazione: applausi, urla, fischi, gioia, giubilo. Ma dov’è la coda del diavolo? A Benevento. Patria di Mastella e Caruso che, guarda caso, proprio a casa loro stanno ancora insieme con quella coalizione che passando per il Pd di Veltroni andava e va tuttora da Mastella a Caruso. Il candidato alla Provincia di Benevento per la coalizione classica del centrosinistra, l’ex rettore dell’Università del Sannio, Aniello Cimitile, condivide il giudizio di Veltroni? Non quello cinematografico preso in prestito da Paolo Villaggio. Questo politico: “Ho semplicemente detto quello che tutti pensavano, un po’ come Fantozzi con la Corazzata Potemkin”.
Lo sanno tutti: quel che resta dell’Udeur è a Ceppaloni e dintorni. Alla Rocca dei Rettori ha governato finora, grazie a Mastella, la sinistra con Carmine Nardone. Ora Nardone va via. Che fare? Andare al voto solo come Pd o restare insieme con l’Udeur e la Sinistra Arcobaleno? Meglio restare uniti, anche se la coalizione che va “da Mastella a Caruso” è in guerra con se stessa. Sì, perché qui c’è una storia nella storia da raccontare che ha del meraviglioso. Eccola.
A Benevento il partito di Bertinotti, Rifondazione comunista, di cui Caruso è il più autorevole esponente, a gennaio ha fatto dimettere il proprio assessore dalla giunta comunale della città, amministrata dal mastelliano Fausto Pepe. Motivo? “Incompatibilità culturale e politica” con il partito di Mastella. Caruso, parlamentare uscente e candidato in Veneto, è stato tra i protagonisti di questa battaglia moralizzatrice. Fino all’altro ieri, quando ha scelto di allearsi con l’Udeur e il Pd per le elezioni provinciali. Eppure, fino alla vigilia dell’accordo diceva cose come queste: “Bisogna tagliare completamente i ponti con Mastella e non invece ridargli quell’ossigeno e quell’agibilità politica che gli permetterà ancora una volta di resuscitare e riprendere a tessere la propria trama di interessi. Veltroni e Di Pietro abbiano il coraggio di dire qualcosa, così come abbia il coraggio la sinistra di sottrarsi a questo inciucio, a partire da Rifondazione comunista che non può accettare l’accordo con Mastella solo perché altri partiti della Sinistra Arcobaleno hanno scelto di accettarlo passivamente”. Passano due giorni e Caruso partecipa alla conferenza stampa di presentazione del candidato del centrosinistra. Muto. Non proferisce parola. Con un rospo in gola.
Nel frattempo, l’assessore di Rifondazione, Antonio Medici, costretto a dimettersi per “incompatibilità culturale e politica” con l’Udeur, decide di ribellarsi o semplicemente di prendere sul serio quella che era la linea del suo partito fino a qualche giorno prima. Così si candida alla presidenza della Provincia con una lista civica denominata “Sinistra per il Sannio”. Rifondazione, dopo averlo fatto dimettere da assessore per incompatibilità con Mastella, lo espelle dal partito perché non ha voluto partecipare all’alleanza con Mastella. Risultato: la sinistra a Benevento è spaccata, agitata, delusa e, per dirla con Veltroni e il ragionier Ugo Fantozzi, dice ciò che a sinistra tutti pensavano e dicevano ieri e pensano ma non dicono oggi: “Per me la Corazzata Potemkin è una cagata pazzesca”.
(dal Corriere del Mezzogiorno in edicola oggi)