Centrale elettrica da 3 megawatt alimentata a gas metano nella ridente zona industriale alla periferia di Benevento, anno di costruzione 1982, impianto a dir poco obsoleto e addirittura non funzionante. Affittasi a 5mila euro al mese. Chi mai potrebbe rispondere a un annuncio di questo tipo?
Incredibile, ma vero, qualcuno ha accettato l’”imperdibile” offerta. Da circa due anni e mezzo Abm spa, la multiutility partecipata al 100% dalla Provincia di Bergamo e quindi interamente pubblica, spende circa 60mila euro all’anno (la bellezza di 5mila euro al mese per un totale di circa 150 mila euro in due anni e mezzo) per affittare un’inutile rudere distante
E’ ora di vederci chiaro in questa strana storia siccome anche noi abbiamo necessità di rapportarci con interlocutori seri ed affidabili». Due centrali che producono energia a poca distanza l’una dall’altra, di cui una, inutilizzabile, è affittata da Abm a 5mila euro al mese. A Benevento. Ma come è possibile tutto questo?
Quando la notizia e la denuncia di AltraBenevento apparvero qualche tempo fa nelle pagine locali del Mattino il commissario dell’Asi (Azienda di sviluppo industriale) di Benevento, Gino Abbate, dichiarò: «Tale impianto è in affitto alla società A.B.M. di Bergamo per il quale riceviamo circa 5mila euro al mese. Tale impianto non è mai entrato in produzione per scelte strategiche esclusive della società A.B.M. stessa le cui ragioni di convenienza non spetta a noi come Asi sindacare. Queste sono solo piccole cose rispetto al lavoro che l’ente sta facendo per il rilancio dell’area, ma sono temi che potremo trattare un’altra volta e in sedi opportune con interlocutori affidabili preparati. Mi spiace solo constatare la disinformazione e l’ignoranza di chi pensa di essere impegnato alla ricerca della verità dei fatti e che si abbandona invece ad elucubrazioni e fantasie demagogiche. Il nostro è un territorio che non lascia spazio a speculazioni di nessun genere».
Gino Abbate, proprio lui, lo stesso personaggio coinvolto nell’inchiesta aperta nei confronti dell’ex ministro Clemente Mastella. Reato: concussione. Secondo i magistrati Mastella avrebbe fatto pressione sul presidente della Regione Campania Bassolino per imporre una sua nomina ai vertici dell’Asi. La pressione del Guardasigilli su Bassolino riguarderebbe proprio l’ex segretario dell’Udeur beneventana, investito della nomina di commissario straordinario dell’Asi attraverso una procedura denunciata come “anomala”. Ma questa è un’altra storia. O no?
(dal Giornale di Bergamo – vai all’articolo)