(Sanniopress) – Con le geremiadi para-meridionaliste siamo tornati all’età delle tabelline. In verità, forse, non ne siamo mai usciti in questa terra, il “sud del Sud dei santi”, che dire spiantata è dire poco. Perchè il piagnone terrone è effettivamente, e non è nient’altro, se non la regressione allo stadio infantile. Quello delle pulsioni autoassolutorie, del giustificazionismo a prescindere, la stagione della de-responsabilità. Insomma, serve volgersi ai manuali di psicologia, al massimo all’antropologia, sicuro non a quisquilie residue per decodificare il gran circo della fuffa con tutti i suoi circensi, di cui i neo-borbonici e i profeti dell’indipendentismo meridionale sono i saltimbanchi.
Le amenità da social network, ormai sismografo della nazione, proferite nell’ultimo anno fino a questi giorni in cui cade l’anniversario del massacro di Pontelandolfo fanno paura. La piazza virtuale, il popolo del web, terra terra, la folla, vomita sentenze contro il presunto colonialismo che drena risorse verso Nord (non viceversa), sulla meravigliosa cultura del Mezzogiorno alternativa alla cafoneria dell’ accolita di razzisti in camicia verde, sull’umanità e genuinità del buzzurro verace dei bassi. E, da ultimo ma non per ultimo, le mafie fenomeno generato dallo Stato centrale ladrone. Sinteticamente, i terroni vittima, sempre e comunque. Col sottosviluppo, loro, cioè noi, i meridionali, non “c’azzeccano” niente.
E qui viene in mente il Giorgio Bocca de “Il Provinciale”(1991): “D’accordo, il destino vi perseguita. Colombo ha ridotto il Mediterraneo a una bagnarola, gli arabi che vi hanno invaso sono ora dei poveri dirimpettai, la natura non è stata benigna con voi, poca acqua, poca terra fertile, molto sfascio pendulo, il Nord industriale vi ha trattato come un paese coloniale, ha drenato il vostro risparmio, la malavita vi soffoca, noi rozzi nordisti avremo tutte le colpe di come è andata l’Unità. Sono passati quarant’anni da quando ho incominciato a occuparmi di Meridione, in tutti questi quarant’anni tutti gli altri meridioni del mondo industriale si sono tirati su le brache, il Sud degli Stati Uniti è più ricco del Nord-Est, l’Andalusia ha una florida agricoltura, la Francia del Sud ha reinvestito bene i capitali dei reduci d’Algeria, Grecia, Malta, Cipro hanno indici d’industrializzazione superiori a quelli di Sicilia e di Calabria e nessuno di questi Sud è afflitto dalla criminalità organizzata”.
Diceva Ernesto Galli della Loggia della società italiana nella crisi della Repubblica dei primi anni Novanta, ma la riflessione vale ancor di più per il caso di specie:” Posta dalla forza delle circostanze davanti al suo volto peggiore, nessuna autocritica, nessun discorso sincero- brutalmente sincero, come il caso richiederebbe -squarcia la società italiana, nessun esame di coscienza […] Viceversa, sull’orologio italiano l’unica ora che suona puntuale è quella della demagogia”
Appunto una istinto de-responsabilizzante, la tendenza ad autoassolversi. E, bisogna dirlo, al popolo-bimbo, della risma del popolo armento, resta e deve rimanere lo sfascio. L’espiazione passa, è ineludibile, per la confessione dei vizi, antichi e meno antichi. Ma c’è poco da farsi illusioni, il bebè non schioda.
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