(Sanniopress) – Ha 87 anni, “87 finiti“, e non ha intenzione di abdicare alle campagne di minoranza. E’ stato “rompicoglioni” una vita intera e tale intende essere anche con la stampella. Bastian contrario fino alla fossa. In direzione ostinata e contraria lungo una, e una sola, direttrice: il rispetto esteso a tutte le forme viventi, quantomeno agli esseri senzienti. Umani o non umani poco rileva. Oltre i confini di specie, per dirla meglio. Sarà l’esperienza di vita familiare, con il padre e un fratello vittime della violenza nazifascista, oppure un dato innato, resta il fatto significativo: “l’amore morboso per la vita in tutte le sue varianti e l’impegno per ciò che vive”.
Pasquale Casciello, o forse si dovrebbe dire il Cavalier Casciello visto il titolo riconosciutogli dalla Presidenza della Repubblica, onorificenza di cui quasi si imbarazza, è un “vecchietto arzillo” classe 1925. Negli ambienti dell’animalismo beneventano è noto per le sue battaglie ormai pluridecennali a tutela dei randagi e per una coerente politica di pianificazione in materia, con tutto il portato di contese con i responsabili locali del ramo, da ultimo l’assessore Scarinzi. Nella politica tout court è recente la sua candidatura, solido uomo di sinistra, per la lista ORA (Occorre Reagire Adesso) di Antonio Medici.
Ha passato tutta la vita, senza sosta alcuna, in una dimensione egualitaria. Ha fondato nel 1944 il Pci a Scafati, città di cui è originario, e ivi ha militato sino al ’56, l’anno dei miseramente noti fatti d’Ungheria. E’ transitato nel Psi, della cui nascita è stato tra i promotori, ad Apice. E poi la Camera del lavoro di San Giorgio del Sannio e la co-direzione di quella provinciale. Un’attività nel solco dell’insegnamento del padre, antifascista ucciso nel ’43. Pioniere antispecista, è vegetariano dall’infanzia, sicuro dagli anni Trenta. Oggi è il presidente provinciale di Accademia Kronos, associazione animalista. In mezzo, la dedizione alla causa dei randagi, accuditi, sterilizzati, sostenuti in ogni modo. E gli incontri pubblici per sensibilizzare sulla questione, sulle cause, gli effetti, e le possibili soluzioni.
Ma cosa c’entrano tutela del lavoro e dei non umani, sinistra e animalismo? Cioè, come conciliare la sinistra del lavoro, ad esempio il marxismo che ha colonizzato la sinistra socialista, almeno sino a Craxi, e comunista, e l’antispecismo, gli ho chiesto nel piccolo ufficio di San Giorgio del Sannio abbellito da immagini e foto di cani presso il quale sono andato a trovarlo. “Sono convinto – mi ha risposto – che sinistra, è questo il modo in cui l’ho sempre intesa, significhi eguale considerazione. Quindi, nessuna gerarchia, non solo tra gli uomini, ma anche tra le specie. In questo senso mi considero di sinistra. Nella vita quotidiana ho sempre operato di conseguenza. Non ho mai accettato che mi si chiamasse dottore o titoli del genere, quelli che ti danno nella vita di paese, anche se hai un potere solo modesto. E ho rispettato sempre tutti, compresi gli animali”.
E come lo spieghi questo atteggiamento? Personalmente credo che all’origine, a prescindere da più o meno complesse teorie etiche come quelle singeriane o reganiane (da Tom Regan), ci sia una sorta di simpatia, e uso il termine nel senso originario di “sentire insieme”. “Il mio animalismo – ha chiosato – non è razionale, ma sentimentale. Non lo so spiegare. So, però, che mi identifico con le sofferenze delle altre creature, pure non umane. Tutto quello che vive è una cosa che mi commuove. Nulla farei per mettere fine ad una vita”.
Io e te, Pasquale, non siamo cristiani. Io sono ateo, te agnostico. Ma ti sei fatto qualche idea sul rapporto del cristianesimo, e poi dei cristiani, con gli animali? Hai presente il passo del Genesi per cui Dio, rivolgendosi a Noè e ai suoi figli, dice: “La paura di voi e il terrore di voi siano in tutti gli animali selvatici e in tutti gli uccelli del cielo, come in ognuno che striscia sulla terra e in tutti i pesci del mare; essi sono dati in vostro potere. Tutto quello che si muove e ha vita sarà vostro cibo, come già la verde erba do a voi tutto”… “I cristiani – mi dice senza giri di parole- hanno capito poco. Dio, se Dio esiste, certamente non avrebbe dato questo potere all’uomo. E, comunque, anche il Signore dei Vangeli di certo non legittima le modalità di sfruttamento attuali, quelle vergognose degli allevamenti intensivi. Pensa al caso eclatante dei polli da batteria. Vergognoso!”
Ma ora, a 87 anni, un po’ di pensione non te la godi? Sempre dietro ai cani randagi, il vegetariasmo, gli incontri pubblici e i piani contro il randagismo? “Ho vissuto 87 anni per questo e li ho vissuti bene. Vuoi che mi fermi ora che c’è una maggiore sensibilità per i diritti degli animali? Certo, un po’ è la moda. Ma è comunque positiva perché concorre al maturare di quella simpatia di cui parlavamo prima. Ora che rischio di diventare maggioranza non me la lascio scappare. Devo finire nella “palude” di cui ti piace parlare alla soglia dei novanta?”.
E come darti torto.