La marginalità, anzi l’emarginazione di Forza Nuova, fa il paio, forse si spiega, con l’immagine da ultrà da curva, bestioni tatuati con il gusto per il manganello, che si portano dietro. Sicuro la storia dei franchisti de’ noantri provvede a qualche pretesto. I fondatori del partito, il succitato Roberto Fiore e il defunto Morsello, hanno alle spalle una storia di militanza nei gruppi della destra extra-parlamentare, su tutti Terza Posizione, con condanne passate in giudicato per associazione eversiva, donde la latitanza in terra d’Inghilterra per evitare le patrie galere. Le manifestazioni del partito sono un susseguirsi di cori da stadio, lacrimogeni e l’inevitabile intercalare di saluti romani. E le forze dell’ordine sono sempre lì, ben in vista, a monitorare. I toni della propaganda anti-immigrati e anti-abortista non danno esattamente la parvenza della moderazione.
I giovanotti di via del Pomerio, invero, non rimandano proprio allo stereotipo dei picchiatori con olio di ricino. Si è scritto sopra che il folclore fascistoide è un po’ una chimera, una finzione, non c’è, perlomeno non c’era per l’imbucato dalla esplicita vocazione sinistrorsa. Anzi, “noi contestiamo queste manifestazioni folcloristiche il cui unico risultato è quello di contribuire alla nostra ghettizzazione. Siamo radicali, senza dubbio, ma non abbiamo problemi a discutere con chi non condivide le nostre posizioni. Purtroppo il senso comune ci identifica con energumeni che minacciano le famiglie. Per questo siamo d’accordo sul fatto che una ripulita, ove necessario, sia importante”.
Non sono moderati, e leggendo il loro programma in otto punti lo si intuisce, ma equilibrati, non sbandati dalla testa rasata. Discutono, con trasporto, di politica, di società, della “plutocrazia che affama i popoli”, “le multinazionali portatrici in Africa di nuova forme di colonialismo”, “la democrazia rappresentativa e il suo contributo ad acquietare le coscienze, funzionali agli interessi del potere”. E non proferiscono necessariamente banalità, a confermare l’esistenza di presupposti teorici più o meno solidi. Talvolta dicono cose di buon senso, condivisibili, come sul condizionamento della politica da parte di grandi gruppi d’interesse, sul malaffare dilagante nei grandi partiti.
C’è un ultimo punto da vagliare a giudizio dell’imbucato che scrive. Lo si è ripetuto più volte: Forza Nuova è considerata una pustola del sistema, i suoi affiliati disprezzati o commiserati, discriminati. Nonostante ciò, e talvolta per questo, lavorano per “una nuova politica, scevra da compromessi”. Sono, e gliene va dato atto, i missionari di una tensione morale, una passione civile a rischio di estinzione. C’è la palude, chi se ne fotte bellamente della polis serrato in una dimensione intimistica, e la politica. Quella di Forza Nuova sarà bislacca, ma è politica. Ed è meglio della palude, c’è poco da fare.