di Emi Martignetti *
La conferenza e l’assemblea svoltesi ieri 20 ottobre hanno rappresentato un primo incontro del Forum con la stampa e con i cittadini. Il giorno in cui è caduto tale appuntamento non è casuale.
La Rete Commons (facente parte del Forum insieme agli altri soggetti associativi di seguito elencati: Altrabenevento, ANTA, Cittadini in Movimento, ISIDEA, ORA, Rete Arcobaleno, Rete Rose Rosse, SLAI COBAS, SOLOT) ha fatto sì che Benevento divenisse tappa del “No Tav tour”, ospitando due rappresentanti del movimento della Val di Susa, Maria Gonella e Claudio Muto.
Ci è sembrato opportuno approfittare di questa testimonianza, che ormai ha eco nazionale, per presentare la nostra nuova realtà. Per crescere sani occorrono buoni esempi e chi meglio dei No Tav come maestri di coesione e di sinergia. Eh già, perché è difficile nella nostra Benevento accordare tutte le teste, stanare ogni personalismo e rancore!
Gli oppositori del treno ad alta velocità lo fanno da vent’anni: combattono tutti insieme, coesi, per contrastare una della grandi opere all’italiana, che come obiettivo ha solo quello di rimpinguare il portafoglio di una casta elitaria e protetta, senza rispetto per l’ambiente e allargando la forbice tra chi non ha e chi ha. Il costo di questo abuso sarebbe quantificabile intorno ai venti miliardi di euro, direttamente sottratti alla pubblica utilità.
Ma anche noi corriamo un grosso rischio: 300 milioni di euro da investire in una centrale a turbogas dalla potenza di 385 megawatt, alimentata a metano, dannosa per la salute del territorio e dei cittadini.
Tante sono le ombre che aleggiano nella storia dell’ ecomostro.
In primo luogo la società Luminosa srl, nata a Napoli ma ormai di proprietà per il 94 % dalla società svizzera BKW, presenta la centrale come dotata di cogenerazione, quindi in grado di produrre energia elettrica e calore ed invece il progetto non prevede impianti per la fornitura di acqua calda.
La centrale, inoltre, viene presentata come poco inquinante, mentre emette ossidi di azoto, anidrite carbonica, ossidi di carbonio, polveri sottili, particelle volatili, sostanze in grado nuocere in maniera grave la nostra terra e il nostro corpo.
Il compromesso che il Ministero dell’Ambiente ha posto nel concedere la favorevole Valutazione di Impatto Ambientale è il seguente: la centrale deve rifornire di energia le aziende della zona, le quali devono dismettere i propri impianti di riscaldamento e ridurre le emissioni.
Una richiesta che risulta un’assurdità, come chiedere alle aziende di inquinare di meno per consentire alla centrale di inquinare molto di più!
Altra stranezza riguarda il progetto della Luminosa srl, che non prevede gli impianti e le tubazioni chilometriche necessarie (in teoria utili per trasportare acqua calda, in realtà a dir poco improponibili, perché dovrebbero attraversare due fiumi, diverse strade pubbliche e un’area archeologica per poter rifornire gli stabilimenti e le strutture del Comune di Benevento…)
Ed ecco giunti alle decisioni del Consorzio ASI: assegnazione nel 2006 del lotto di terreno alla Luminosa srl (ovviamente senza tener conto del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e del Piano Territoriale Regionale che includono l’area nel “corridoio ecologico”, dunque la classificano come inedificabile…) e concessione d’uso del depuratore consortile (nel quale non possono confluire i reflui della centrale per disposizioni legislative atte a far sì che il sistema depurativo non rischi danneggiamenti).
Eppure, nonostante queste numerose e lapalissiane incongruenze , ad oggi la Luminosa srl ha ottenuto tutte le autorizzazione possibili:
– nell’ottobre 2010 la Giunta regionale guidata da Caldoro dà parere favorevole alla costruzione della centrale, ovviamente non tenendo conto dei Piani Energetici della Provincia di Benevento e della Regione che non prevedono tali tipi di impianti nel Sannio (sic!);
– il 21 dicembre dello stesso anno ottiene l’autorizzazione alla costruzione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico;
– il 26 luglio scorso l’Autorizzazione Integrata Ambientale da parte del Ministero dell’Ambiente.
Dunque potrebbero iniziare da un momento all’altro i lavori nella contrada di Ponte Valentino, zona archeologica considerata da risanare per il forte inquinamento già presente e perché l’elevata umidità e stagnazione dell’aria che la caratterizzano la rendono ancora più soggetta ad un danno ambientale.
L’obiettivo del Forum è quello di utilizzare ogni mezzo lecito per impedire che ciò avvenga, quindi pronto un ricorso al TAR curato dall’avvocato Balletta del WWF e pronto anche il team della comunicazione a combattere la controinformazione e la carenza di dati reali.
I cittadini devono sapere e noi siamo pronti a mettere a loro disposizione le informazioni raccolte e studiate.
Inoltre, essendo contro il fenomeno diffuso della “disaggregazione sociale” , descritto da Gramsci e prontamente associato alle nostre realtà da Luca Zolli, siamo in contatto con il comitato di Flumeri, impegnato anch’esso a combattere la realizzazione di una centrale sulla loro terra e con il comitato di Casalnuovo, che lotta come noi per la difesa del proprio territorio.
Tutti vicini, tutti in lotta.
Maria Gonella dei No Tav ci spiega: “I due grandi pilastri del nostro movimento sono l’informazione e la partecipazione allargata e democratica e la varietà incredibile di appartenenze politiche e ideologiche”.
Una base a cui aspira anche il nostro Forum, speriamo non ci siano speculazioni ideologiche o gratuite in questa battaglia, perché di speculazioni già ne abbiamo tante in questa vicenda e vogliamo combatterle, perché la dispersione di energie è un freno che non possiamo permetterci, perché la lotta deve essere solo una: quella contro chi vuole abusare della nostra terra.
* Forum permanente contro la turbogas