Conosco il Professor Nicola Sguera da oramai quattro anni. Posso dire di avere con lui più che un semplice rapporto professore-alunno, non essendoci mai trovati, tra l’altro, nell’ambito di una lezione cattedratica classica. Lo definirei più maestro-allievo, e non scrivo, naturalmente, per confermare il vecchio proverbio che a volte il secondo supera il primo, peccherei di hýbris e voglio tenermi ben lontano dalla collera degli déi. In virtù dei tanti e piacevoli confronti/scontri di idee avuti con il Magister in questi anni, stavolta lo interpello a giustificare pubblicamente una decisione che mi è sembrata un tradimento nei confronti degli ideali che professa e che ha cercato di trasmettere, con impegno e dedizione inappuntabili, alle centinaia di alunni che si è trovato di fronte nel corso di una cospicua carriera.
Seguo costantemente, telematicamente e non, il professore, ed è con sorpresa e mestizia insieme che ho appreso che, da qualche mese a questa parte, sostiene, alimenta ed esalta talora le distorte e deliranti tesi politiche provenienti da Casaleggio e Grillo e costituenti, ovviamente, la fonte sapienziale da cui attinge ad ettolitri, incapace di filtrare il torbido, il Movimento 5 Stelle. Mi meraviglio di come un uomo di profonda cultura, di formazione francescano-partigiana, possa entrare a far parte acriticamente di un partito-non partito che, dalla sua ascesa agli albori delle cronache, si è sempre contraddistinto per chiusura al dialogo, prosopopea, mancanza di apporti e proposte serie in materia sociale, economica, politica, culturale; ultimamente dalle contumelie di Beppe si è passato all’aperto delirio, visto che il Verbo, che ben si guardano dal criticare le neofite marionette reclutate sul Web senza alcuna minima esperienza e con chissà quali parametri, è passato all’ingiuria, al rifiuto completo e intransigente di dialogo (dal greco dià-logos, concetto, parola, discorso che va attraverso, che si muove) politico, alle minacce per le stesse istituzioni democratiche che il professore, il 25 Aprile di quattro anni fa, narrò come essere nate, giustamente, proprio da quella lotta partigiana e antidittatoriale condotta, oltre che dai ribelli della montagna, anche da chi faceva politica vera per mestiere e si prese la briga di dare alla nascitura Italia una costituzione. Perché Grillo, naturalmente, se la prende anche con la carta dei nostri principi fondamentali: non è giusto, a suo avviso, che i parlamentari, una volta eletti, abbiano la possibilità di costituirsi in gruppi autonomi e di votare secondo coscienza. Che il gran pastore abbia iniziato a temere i belati innalzati dal suo pur timido gregge? Ricordavo qualche giorno fa al professore di come, a mio avviso, Grillo e compagnia stiano apertamente andando verso logiche e modalità dittatoriali che non azzarderei a definire fasciste: dal già citato veto imposto dal Gran Pagliaccio ai suoi burattini di esprimersi, verbalmente e virtualmente (Web piazza di libertà, sede della democrazia futura: eccome! La censura sul blog si abbatte sì come la ghigliottina dei giacobini ai quali Beppe & “cittadini” si ispirano) in controtendenza rispetto al Partito, alla mistica palese e incazzata del corpo (sudato) del Capo di cui Grillo ha fatto un segno distintivo, alla volontà implicitamente dichiarata di impedire qualsivoglia forma di governo con un ostruzionismo inaccettabile per giungere al 100%, alla “passeggiata parlamentare” per le vie di Roma, che, e spero di non apparire catastrofico come Scalfari tonante su Espresso e Repubblica, a me ha ricordato molto una marcia muscolare di certi nerovestiti avvenuta qualche anno addietro. Di fronte a tutte queste manifestazioni antidemocratiche e francamente apolitiche, perché al di fuori dello schiamazzo io non ho sentito proposte serie a parte quelle del peggior populismo (tagliamo gli stipendi ai parlamentari! Lavoro ai giovani! Via i vecchi politicanti! Vaffanculo e compagnia “bella”), non riesco davvero a spiegarmi l’adesione del Professore. Forse, ho pensato, non avrà visto Gaia: il futuro della Politica, e allora, mi dico, magari non è al corrente dell’apparato ideologico che si nasconde dietro il Guru di Grillo, Gianroberto Casaleggio. Quest’uomo mellifluo, che alle cene si diverte a giocare sul suo SmartPhone ad un videogame chiamato “La distruzione dell’Universo”, ha prodotto un video che dovrebbe essere profetico, appunto Gaia: il futuro della Politica. Esso è sul Web (lo si trova facilmente su YouTube) dal 2008 ma solo ora è salito all’attenzione di giornalisti ed intellettuali a causa del boom elettorale dei 5 Stelle: nei 7 minuti di filmato girato in stile documentario catastrofico, in sintesi, si auspica l’avvento di una guerra planetaria durante la quale 6 miliardi di uomini “cattivi” dovrebbero trovare la morte e il restante “buon” miliardo di essere umani sopravvissuto dovrebbe instaurare una “democrazia liquida”, priva di burocrazia e la cui sede sia essenzialmente quella del Web. Ora, si dirà, ma sotto il video c’è scritto «Gaia non rispecchia in alcun modo le intenzioni o la volontà nè di Casaleggio, né del Movimento 5 Stelle». Se la buona fede è ancora praticabile, stavolta la rifuggo consapevole che magari potrò fare peccato ma è capace che ci vedo giusto. Se ciò che propugna Gaia, le cui radici affondano nelle nuove religioni, nel complottismo, in Scientology, nel New Word Order, nell’esoterismo, è l’apparato ideologico dei 5 Stelle, c’è seriamente da preoccuparsi. Che poi il video si presti ad un’interpretazione ridicola e terrificante al tempo stesso, è altro discorso ed ha del grottesco in sé.
Grillo ha tra le mani una bomba che, se ben utilizzata, potrebbe realmente realizzare il cambiamento che tutti ci auspichiamo nella vecchia classe dirigente del paese, ma sta facendo di tutto affinché gli deflagri in mano liberando tutto il suo smodato e parossistico narcisismo nefasto.
So dell’importanza che il Professore dà ad Eraclito, l’aristocratico e libero presocratico: egli si rivolgeva solo agli svegli, non aveva tempo e voglia per i dormienti. Sguera, non è che vi siete concesso un pisolino?
Matteo Mazzocca
(in collaborazione con Antimo Lucarelli)
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Caro Matteo,
ti ringrazio per questa sollecitazione. Ti conosco da quando frequentavi la quarta ginnasiale, pur non essendo un mio alunno, e ho seguito le tue evoluzioni e le tue involuzioni (soprattutto il fascino subito dall’estetismo dannunziano, che continua a fare danni nella cultura italiana, malgrado gli anni passino).
Proverò a risponderti per punti, con l’auspicio di riuscire ad avere un confronto, con la presenza di altri docenti, per analizzare insieme non solo il fenomeno Grillo ma, soprattutto, il passaggio d’epoca che stiamo vivendo e che coinvolge necessariamente anche al politica.
1) Io seguo Grillo in maniera seria almeno dal 2007 (ne sia testimonianza la riflessione apparsa sul mio blog cinque anni fa: Grillo e la sinistra, http://nicolasguera.blogspot.it/2008/05/finalmente-il-manifesto-con-una-pagina.html). In maniera analitica sono tornato sulla questione lo scorso anno, ben prima della clamorosa affermazione siciliana, con un articolo su «Messaggio d’oggi». Auspicavo una feconda contaminazione fra una sinistra ancora da farsi e quello strano movimento destinato a rapida fortuna. Sempre dallo scorso anno, ho aderito ad ALBA, che considero l’esperienza politica più avanzata che attualmente ci sia nella sinistra italiana, cui da sempre appartengo. Queste considerazioni spero ti servano a capire che guardo con simpatia al M5S ma non ne sono parte (e realisticamente non ne sarò mai parte organicamente). Riconosco a Grillo il merito (che resterà, al di là degli esiti futuri) di aver posto domande fondamentali, mentre la politica di matrice novecentesca si avvitava su di sé creando nel migliore dei casi autoreferenzialità, nel peggiore una spaventosa corruzione. In particolare, Grillo ha posto il problema del superamento delle forme della politica classica, della politica dei partiti. Ed è riuscito a plasmare un movimento innovativo, capace di rompere con le forme classiche della rappresentanza e della delega in bianco.
2) L’accusa che muovi al M5S è di essere autistico, incapace di dialogo. Vorrei, però, ricordarti la sistematica campagna di denigrazione che esso ha subito, da quando è diventato una minaccia per lo status quo dei partiti della seconda repubblica. Mi sembra un legittimo meccanismo di autodifesa di un organismo fragile e giovane. Questo non mi impedisce di cogliere molti limiti di questo organismo. Se mi passi il gioco di parole, il suo limite maggiore è l’organicismo, l’idea (a mio avviso sbagliata filosoficamente e, dunque, politicamente, ma sbagliata già in Platone…) che la politica possa essere condotta da “comunità” coese, capaci di una “volontà generale” (Rousseau). Questo è un punto di grande distanza, per quanto mi riguarda, dall’ideologia sottesa al Movimento. I sofisti, Machiavelli, Marx, la Arendt mi hanno insegnato che la politica si fonda sul conflitto (delle opinioni, degli interessi). Grillo coglie l’importanza di riattivare le energie individuali (ciascuno vale uno), ma inconsapevolmente (e qui il riferimento a Casaleggio non è peregrino) rischia di slittare in una sorta di unanimismo pericoloso. Ogni “organicismo” (come mi ha insegnato un grande liberale, Karl Popper) nasconde insidie da cui guardarsi. Se mi consenti di riprendere la formula che ho ripetuto in questi mesi: Grillo ha posto domande importanti e giuste, ma ha dato risposte insufficienti. Quel che è certo, però, è che la crisi del partito novecentesco appare irreversibile. E non posso non invitarti a leggere un libro bellissimo di Marco Revelli (Finale di partito), da me recensito proprio su queste pagine. Quindi vanno percorse nuove vie che coinvolgano come attivisti, come volontari della politica tutti i cittadini che vogliano partecipare senza delega alle decisioni sulla res publica. Senza tentare (qui hai ragione) la scorciatoia della via carismatica, che mina il progetto di democrazia partecipata del M5S, con il ruolo ingombrante dei due “padri fondatori”.
3) Al contrario di quanto tu scrivi, però, sono convinto che in questa fase storica il M5S ha evitato una disastrosa deriva neofascista in Italia (come, invece, accaduto con Alba dorata in Grecia). Effettivamente il M5S ha dato rappresentanza al disagio spaventoso che percorre la nostra penisola a causa della crisi economica europea e della sua scellerata e colpevole gestione da parte delle classi dirigenti del continente, con gravissime responsabilità dell’ultimo governo Berlusconi, nel caso dell’Italia.
4) Evochi ciò che ti appare il delirio di Casaleggio in “Gaia”. Ebbene, anche qui, fermo restando che si tratta di un’opera che non rappresenta il programma del M5S, ti inviterei a discernere. Non ho mai amato la futurologia, e non faccio eccezioni. Ma mi appare importante che venga ripresa una suggestiva tesi (scientifica) secondo cui la Terra sarebbe un organismo vivente (vi riconoscerai l’antica eco della dottrina neoplatonica dell’Anima Mundi). Ho sempre detto che l’altro grande merito di Grillo (oltre alla rivendicazione di una democrazia integrale) era un ecologismo radicale. Ebbene, in quel video (che pure di Grillo non è, ma ben spiega la convergenza fra i due padri fondatori) trovo questa urgente spinta verso un comportamento nuovo di noi umani nei confronti della Terra-Patria (Morin). Non mi convince, ancora una volta, l’utopia (distopia?) di un’umanità capace di abitare la terra senza conflitti, nella piena armonia decisionale. E ti rimando a quanto detto prima. In ogni caso, giusto per farti capire che non si tratta di cose tanto peregrine, Hans Jones scriveva cose analoghe negli ultimi anni della sua vita, arrivando ad ipotizzare addirittura una “dittatura ecologica” in nome della sopravvivenza del pianeta…
5) «Grillo ha tra le mani una bomba che, se ben utilizzata, potrebbe realmente realizzare il cambiamento che tutti ci auspichiamo nella vecchia classe dirigente del paese». Così scrivi. Io credo, a differenza tua, che non sia Grillo ad avere tra le mani la bomba, ma che sia in atto un profondissimo mutamento di paradigma, che riguarda l’economia, la società, la politica, e che lui ha capito molto prima di altri. Che fare, dunque? Prima di tutto continuare a capire (ed è utile esercizio andare direttamente alle fonti (e utile esercizio potrebbe essere il libro scritto da Grillo e Casaleggio con Dario Fo). Per quanto mi riguarda, io sono impegnato nella costruzione di un soggetto politica di sinistra. Qui il terzo punto di divaricazione forte con M5S, secondo cui la differenza fra destra e sinistra sarebbe superata. Proprio in nome della mia visione “conflittuale” della politica, io credo che non sia vero. Ripeto: gli organicismi mi spaventano. Ma anche qui, come non riconoscere a Grillo di aver detto parole preziose, nella loro semplicità, anche per la sinistra che sta nascendo, che dovrà nascere: nessuno resterà dietro, salario di cittadinanza… Cose semplici ma fondamentali… Così come gli va riconosciuto il merito (addirittura quando faceva ancora il comico con spettacoli itineranti) di aver divulgato le tesi sulla “decrescita conviviale” che oggi stanno mettendo in discussione i paradigmi dominanti in campo economico.
6) Sono lucido, caro Matteo, come vedi, ben sveglio, secondo quanto insegnatomi dall’oscuro maestro efesino. In ricerca, come sempre, senza risposte definitive. Ma consapevole del passaggio d’epoca che stiamo vivendo, non a caso a cavallo del millennio. Tutto questo richiede una grande apertura di orizzonti, un nuovo linguaggio, una capacità dialogica per fortuna supportata dal prezioso strumento dei social network, che a mio avviso valorizzano la pluralità, il prospettivismo e non l’organicismo.
In attesa di discuterne in un Liceo che si fa agorà, secondo la sua vocazione più profonda, ti saluto caramente.
Nicola Sguera
Condivido il pensiero di Nicola. Il M5S ha avuto il merito di frenare una pericolosa spinta involutiva a destra del popolo italiano. Laddove c’è miseria, degrado, disoccupazione, ecc. lì c’è il rischio di manovre sordide finalizzate all’individuazione di un uomo forte in grado di risolvere con una bacchetta magica i mali sociali. Beppe Grillo è riuscito, consapevolmente o inconsapevolmente, a raccogliere una massa enorme attorno ad un progetto di radicale cambiamento del sistema partitico. Non è giusto accusarlo di qualunquismo perchè da anni sulla rete ed anche prima và criticando l’immoralità della Politica. E la gente che l’ha votato (io sono tra quelli) è scesa in piazza, ha partecipato attivamente ai dibattiti, ha avanzato proposte, non è stata a guardare. Il voto al M5S, perciò, non è stato solo un voto di protesta. Anche perchè il Movimento aveva ed ha un programma politico ben preciso, in parte “copiato” dal PD e dal PDL. Non dimentichiamo che durante la campagna elettorale è stato boicottato dai mass media, che gli hanno dato poco spazio e quello spazio striminzito è stato usato esclusivamente per denigrarlo.
E poi, diciamolo francamente : siamo tutti stufi di questa classe dirigente che ha portato l’Italia allo sfascio. Si rimprovera ai “grillini” la loro inesperienza : ma, scusate, con tutta l’esperienza che hanno accumulato in questi ultimi trent’anni
gli attuali uomini politici che gestiscono “la cosa pubblica” nazionale com’è che siamo finiti in questa situazione ? Allora, come dice un vecchio adagio :”Più nera della mezzanotte non può venire…”. Saranno senz’altro i guasti di un sistema capitalistico a ridurci in questo modo ma è anche vero che c’è troppa corruzione e ci sono troppi privilegi.
Se venisse affidato a Beppe Grillo l’incarico di formare il governo, sarei proprio curioso di vedere come voterebbero il PD ed il PDL sui punti del programma politico del M5S che questi partiti dicono “a parole” di sostenere.
La verità è che si ha paura del M5S perchè si ha paura di perdere i privilegi finora accumulati dai partiti tradizionali.